Il valore catastale di un immobile è la base imponibile utilizzata per il calcolo dell'imposta di registro da versare quando si stipula un atto di acquisto. Il valore catastale si ricava moltiplicando la rendita catastale, opportunamente rivalutata, per l'idoneo moltiplicatore. Complicato? Per nulla, vediamo come si procede.
In primo luogo occorre individuare sulla visura catastale del tuo immobile la rendita. Si tratta di un numero espresso in euro, come quello evidenziato in questo esempio:
Se vuoi sapere come viene determinata la rendita catastale puoi consultare il mio articolo Come viene determinata la rendita catastale.
A questo punto dobbiamo procedere alla rivalutazione della rendita. Se il tuo immobile fa parte delle categorie A, C, D, E la rendita catastale va rivalutata del 5% (nella calcolatrice moltiplica per 1,05). Per gli immobili del gruppo B la rendita catastale va rivalutata del 40% (nella calcolatrice moltiplica per 1,40). Se hai dubbi e vuoi sapere a che tipologia di immobile corrispondono le diverse categorie catastali, consulta il mio articolo Cosa sono le categorie catastali.
Il valore così ottenuto va moltiplicato per un coefficiente, il cosiddetto moltiplicatore catastale, che varia in funzione della categoria di appartenenza ed in caso di prima casa.
Moltiplicatori catastali:
Moltiplicatori catastali:
110 per prima casa
120 per fabbricati appartenenti alle categorie A - C
168 per i fabbricati delle categorie B
60 per i fabbricati delle categorie A/10 e D
40,80 per i fabbricati delle categorie C/1 ed E
Ad esempio, il valore catastale dell'immobile relativo alla visura sopra riportata, nell'ipotesi che non si tratti di prima casa, è il seguente:
€ 371,85 x 1,05 x 120 = € 46.853,10
Se vuoi sapere come calcolare il valore catastale di un terreno puoi consultare il mio articolo Calcolare il valore catastale di un terreno.